Con la scusa della guerra, riecco gli OGM

Con la scusa della guerra, riecco gli OGM

“in tempo di tempesta, NON ogni anfratto diventa un porto sicuro”

Uccidere il drago”. Questo rivelerà Wikileaks [1]. Nel 2003 gli Stati Uniti erano preoccupatissimi per la bozza di decreto-legge con cui l’allora Ministro italiano delle politiche agricole, Alemanno [2], stava stoppando gli OGM.

Quando l’Italia disse NO agli OGM

Ma l’Italia stabilì [3], nel rispetto del principio di precauzione, le misure utili a proteggere la salute umana, animale e l’ambiente nel caso di emissione deliberata nell’ambiente di OGM per scopi diversi dall’immissione sul mercato nonché di immissione sul mercato di OGM come tali o contenuti in prodotti.

Ancora oggi, è quella la coraggiosa presa di posizione che ha protetto la biodiversità e la qualità delle nostre eccellenze agroalimentari. E la salute dei consumatori.

Nel 2006, la Suprema Corte [4] precisò che la coltivazione degli OGM – pur afferendo alla materia agricola, che rientra nella competenza regionale – investe pienamente diversi interessi di rilievo costituzionale, tra cui principalmente la tutela dell’ambiente e della salute, per cui la legge statale è chiamata a individuare il punto di equilibrio fra tali esigenze in modo uniforme su tutto il territorio nazionale [5].

Dopo, nel 2016, quel provvedimento subì lievi modifiche perché anche l’Europa decise di tutelare la salute [6]. Fu introdotto un meccanismo in base al quale è possibile limitare o vietare la coltivazione di OGM sul territorio italiano. Nonché pesanti sanzioni per i trasgressori.

Le interferenze a stelle e strisce

Ma quel provvedimento del 2003 restava il “drago da uccidere”. Anche perché in America vige una situazione diametralmente opposta. E addirittura con la legge HR 933 [7](conosciuta come “Legge sulla protezione della Monsanto”), Barack Obama ha vietato ai giudici federali degli Stati Uniti di introdurre qualsiasi divieto di vendita per OGM. A prescindere dal danno causato da questi organismi.

Numerosi i tentativi, tutti falliti. Fino ad arrivare al terribile gennaio 2021 [8] per l’agribusiness. Da ultima, poi, l’iniziativa di alcuni deputati del M5S presentata l’8 ottobre 2021 per permettere l’editing genomico (o cisgenesi, in italiano) [9]. Proposta che i Gruppi Ricerca Ecologica hanno prontamente denunciato per la sua pericolosità [10].

La minaccia di dover abbattere gli animali

Con la scusa della guerra tra Russia e Ucraina e dello stato di emergenza, le lobby dell’agribusiness ci stanno riprovando [11]. Sebbene ISMEA abbia dimostrato che almeno in Italia lo shock dei prezzi non dipende dalla situazione geopolitica [12]. Questa volta, il cavallo di Troia sarebbe il mais argentino ed americano da utilizzare come mangime [13]. Addirittura, arrivando a sostenere che, in caso contrario, gli allevatori dovranno abbattere migliaia di animali [14].

Sebbene una moratoria al divieto di OGM vada contro le indicazioni della PAC [15], il Ministro delle politiche agricole, Patuanelli (anche lui del M5S) si è detto possibilista [16]. Ed il “solito” Roberto Defez [17] ha colto la palla al balzo invocando la liberalizzazione delle coltivazioni transgeniche in Italia.

Giù le mani da F2F

Da Bruxelles, il commissario europeo per l’agricoltura Janusz Wojciechowski non esclude si ridiscutano le strategie Farm to Fork e quelle sulla biodiversità [18]. Ovvero il raggiungimento del 25 per cento dei terreni agricoli sotto pratiche biologiche, la destinazione del 10 per cento dei terreni agricoli alla biodiversità e la riduzione del 50% dell’uso di pesticidi chimici, di antimicrobici per gli animali d’allevamento e di antibiotici per l’acquacoltura. Il tutto entro il 2030.

Ad avviso dei GRE, è giunto il momento di implementare decenni di azione sulla consapevolezza dei consumatori con il consolidamento della sovranità alimentare e dell’agroecologica. Infatti, come ha affermato il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, Farm to Fork è “parte della risposta e non del problema”. Proprio perché mira a un’agricoltura sostenibile, ad un’alimentazione sana e a meno sprechi.

In Europa nessun rischio di accesso al cibo

Gli abitanti dei Paesi fortemente dipendenti dalle importazioni di cibo sono realmente a rischio malnutrizione. Ma a nutrire il mondo non è il nostro sistema alimentare, basato su produzioni di alto valore e sull’export.

Poiché il problema dell’accesso al cibo in Europa non esiste, le conseguenze possono riguardare esclusivamente disordini nel settore delle produzioni animali. Che in questa fase va sostenuto alleggerendo le regole della concorrenza.

Il Re è nudo

Sessant’anni di PAC hanno portato ad un modello produttivo che alla prima crisi “seria” si scopre essere poco resiliente, del tutto dipendente da importazioni e fertilizzanti, e pericolosamente esposto.

Ma in Italia, e in Europa, esiste realmente un rischio di food security (accesso al cibo) tale da indurre a mettere in discussione la food safety (sicurezza del cibo)? O, molto più probabilmente, ci troviamo di fronte all’ennesima speculazione?


[1] “Alemanno voleva proibire gli Ogm siamo intervenuti su Letta e B.”. 11 novembre 2003, L’Espresso

[2] G. De Lorenzo. “Uccidere il drago”. Tra le carte di Wikileaks spunta Alemanno. 28 maggio 2015, Il Giornale

[3] Decreto Legislativo 8 luglio 2003, n. 224 «Attuazione della direttiva 2001/18/CE concernente l’emissione deliberata nell’ambiente di organismi geneticamente modificati». (GU Serie Generale n.194 del 22-08-2003 – Suppl. Ord. n. 138)

[4] Corte costituzionale – sentenza n. 116/2006

[5] OGM: in vigore la “nuova” normativa italiana. Tecnoring

[6] Decreto Legislativo 14 novembre 2016, n. 227 «Attuazione della direttiva (UE) 2015/412, che modifica la direttiva 2001/18/CE per quanto concerne la possibilità per gli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (OGM) sul loro territorio». (GU Serie Generale n.288 del 10-12-2016)

[7] H.R. 933 (113th): Consolidated and Further Continuing Appropriations Act, 2013. 22 marzo 2013, Governo degli Stati Uniti

[8] M. Masucci. Ogm, il gennaio nero dell’agribusiness. 21 gennaio 2021, Il Manifesto

[9] Proposta di legge N. 3310 d’iniziativa dei deputati Gallinella, Gagnarli, L’abbate, Cadeddu, Cillis, presentata alla Camera dei deputati l’8 ottobre 2021 «Introduzione del titolo II-bis del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 224, concernente l’emissione deliberata nell’ambiente di organismi prodotti con tecniche di intragenesi o cisgenesi (editing

genomico) a fini sperimentali e scientifici».

[10] Aprire agli OGM è il suicidio dell’agroalimentare italiano. 18 dicembre 2021, Gruppi Ricerca Ecologica

[11] R. Frulli. Crisi ucraina, con la scusa dello stato di emergenza vogliono portare in Italia il mais con Ogm e pesticidi. 3 marzo 2021, Il Secolo d’Italia

[12] La battaglia del grano. 18 marzo 2022, Gruppi Ricerca Ecologica

[13] Ucraina, allarme cerealisti a governo: “crisi senza precedenti, servono misure emergenza”. 2 marzo 2022, ADNkronos

[14] Ucraina, ASSALZOO: blocco produzione di mangimi, rischio abbattimenti. 8 marzo 2022, Animali e ambiente nel Cuore

[15] Crisi ucraina: il grimaldello per far entrare gli OGM nella UE. 10 marzo 2022, ScenariEconomici

[16] Ucraina, Patuanelli apre all’import di mais ogm per gli animali. 13 marzo 2022, Animali e ambiente nel Cuore

[17] R. Defez. Patuanelli apre all’import di mangimi Ogm. Perché la coltivazione no? 17 marzo 2022, Il Foglio

[18] E. Wax. Putin’s war seduces Europe’s farmers away from Green Deal. 10 marzo 2022, Politico

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