Suoli, fondamentale risoluzione del Parlamento europeo

Suoli, fondamentale risoluzione del Parlamento europeo

Mercoledì 28 aprile 2021 il Parlamento europeo ha approvato un’importantissima risoluzione sulla protezione del suolo nell’Unione che potrebbe segnare un punto di svolta, tenendo conto del persistere del degrado di tale ecosistema vivente, di tale componente della biodiversità e di tale risorsa non rinnovabile, nonostante l’azione limitata e diseguale in alcuni Stati membri. Addirittura i costi dell’inazione riguardo al degrado del suolo, secondo stime, nell’Unione superano i 50 miliardi di EUR all’anno. Come Gruppi Ricerca Ecologica siamo estremamente soddisfatti di questa netta presa di posizione e pertanto vi riproponiamo sia i fondamentali preamboli sia le dirompenti conclusioni.

(se invece siete interessati al testo integrale, basta cliccare qui)

A.  considerando che il suolo è un ecosistema essenziale, complesso, multifunzionale e vitale di importanza cruciale sotto il profilo ambientale e socioeconomico, che svolge molte funzioni chiave e fornisce servizi vitali per l’esistenza umana e la sopravvivenza degli ecosistemi affinché le generazioni attuali e future possano soddisfare le proprie esigenze;

B.  considerando che i suoli della Terra costituiscono la più grande riserva di carbonio terrestre e contengono circa 2 500 gigatonnellate di carbonio (1 gigatonnellata = 1 miliardo di tonnellate), rispetto alle 800 gigatonnellate presenti nell’atmosfera e alle 560 gigatonnellate presenti nella flora e nella fauna; che suoli sani sono fondamentali per la mitigazione dei cambiamenti climatici in quanto rimuovono ogni anno circa il 25 % del carbonio equivalente emesso attraverso l’uso di combustibili fossili nel mondo; che i suoli coltivati del mondo hanno perso tra il 50 e il 70 % del loro stock di carbonio iniziale;

C.  considerando che vi sono oltre 320 tipi principali di suolo identificati in Europa e che ciascuno presenta enormi variazioni fisiche, chimiche e biologiche;

D.  considerando che il suolo svolge un ruolo centrale come habitat e patrimonio genetico in quanto ospita il 25 % della biodiversità mondiale, fornisce servizi ecosistemici fondamentali alle comunità locali e nel contesto globale, come l’approvvigionamento di cibo, fornisce materie prime, provvede alla regolazione del clima mediante il sequestro del carbonio, alla purificazione dell’acqua, alla regolazione dei nutrienti e al controllo degli organismi nocivi, funge da piattaforma per l’attività umana e contribuisce a prevenire inondazioni e siccità; che la formazione del suolo è uno dei processi ecosistemici notoriamente in fase di declino in Europa;

E.  considerando che, nonostante il carattere molto dinamico del suolo, esso è altresì molto fragile e costituisce una risorsa non rinnovabile e finita, tenuto conto del lasso di tempo che la formazione del suolo richiede, al ritmo di circa un centimetro di suolo superficiale ogni 1 000 anni; che ciò rende il suolo una risorsa estremamente preziosa;

F.  considerando che i suoli influiscono sulla bellezza dei nostri paesaggi europei, al pari delle foreste, dei litorali, delle zone montane e di tutti gli ecosistemi europei;

G.  considerando che i suoli adibiti a pascoli e le foreste sono un pozzo netto di assorbimento del carbonio, che si stima rimuova fino a 80 milioni di tonnellate di carbonio all’anno nell’UE; che insieme, tuttavia, le coltivazioni e le praterie dell’UE sono fonti nette di emissioni, con emissioni pari a circa 75,3 milioni di tonnellate di biossido di carbonio equivalente (MtCO2e) nel 2017; che i settori agricolo e forestale sono pertanto fondamentali per contribuire all’assorbimento del carbonio dall’atmosfera attraverso la cattura e lo stoccaggio del carbonio nei suoli e nella biomassa;

H.  considerando che la struttura e le caratteristiche del suolo sono il risultato di processi pedogenetici, geomorfologici e geologici millenari, che ne fanno una risorsa non rinnovabile; che pertanto, sotto il profilo dei costi, è molto più efficace prevenire qualsiasi tipo di danno agli strati del suolo (erosione, distruzione, degrado, salinizzazione ecc.) e l’inquinamento del suolo anziché cercare di ripristinare le sue funzioni;

I.  considerando che le funzioni del suolo sono fortemente dipendenti da tutte le caratteristiche della biodiversità del suolo; che la diversità del suolo presente in superficie e quella del suolo sotterraneo hanno forti legami, e che la biodiversità del suolo contribuisce significativamente ai livelli locali di diversità delle piante;

J.  considerando che la protezione della biodiversità del suolo è assente dalla maggior parte della legislazione in materia di protezione ambientale (come la direttiva Habitat o Natura 2000) e dalla principale legislazione dell’UE sulla politica agricola comune; che l’aumento o il mantenimento della biodiversità del suolo rappresenta una soluzione efficace che può contribuire al ripristino del suolo e alla bonifica di suoli inquinati;

K.  considerando che, sia nell’UE che a livello globale, i terreni e il suolo continuano a essere degradati da un’ampia gamma di attività umane, come la cattiva gestione delle terre, il cambiamento di uso del suolo, le pratiche agricole non sostenibili, l’abbandono dei suoli, l’inquinamento, le pratiche forestali non sostenibili e l’impermeabilizzazione del suolo, la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici, che sono spesso associate ad altri fattori, riducendo così la loro capacità di fornire servizi ecosistemici per l’intera società;

L.  considerando che è deplorevole che l’UE e i suoi Stati membri non siano attualmente sulla buona strada per rispettare i loro impegni internazionali ed europei relativi al suolo e ai terreni, in particolare:

  a) combattere la desertificazione, ripristinare le terre e i suoli degradati, comprese le terre colpite da desertificazione, siccità e inondazioni, e battersi per ottenere un mondo privo di degrado del suolo entro il 2030;
  b) conseguire l’obiettivo per il 2050 di occupazione netta di terreno pari a zero e ridurre l’erosione, aumentare il carbonio organico nel suolo e avanzare con i lavori di bonifica entro il 2020;
  c) gestire in modo sostenibile i terreni nell’UE, proteggere adeguatamente i suoli e assicurarsi che la bonifica dei siti contaminati sia ben avviata entro il 2020;

M.  considerando che i suoli svolgono un ruolo vitale per la gestione dell’acqua, in quanto suoli sani, con un livello di sostanza organica elevato, favoriscono maggiormente il sistema idrico e contribuiscono alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento agli stessi; che le zone umide, le torbiere e le soluzioni rurali e urbane basate sulla natura immagazzinano e infiltrano l’acqua piovana, consentendo alle falde acquifere di riempirsi, fungendo da supporto durante i periodi di siccità, ed evitando i collegamenti alle fognature, il che riduce le fuoriuscite di acque reflue non trattate in caso di forti piogge;

N.  considerando che nell’UE sono state individuate diverse minacce fondamentali per il suolo, tra cui i cambiamenti climatici, l’impermeabilizzazione, la compattazione, l’erosione, le inondazioni e gli smottamenti, la siccità, il dissesto idrogeologico, la perdita di materia organica nel suolo, gli incendi, le tempeste, la salinizzazione, la contaminazione, la perdita della biodiversità dei suoli, l’acidificazione e la desertificazione; che la maggior parte di tali processi di degrado in corso non è affrontata adeguatamente o non lo è affatto nella legislazione nazionale e dell’UE vigente;

O.  considerando che l’erosione del suolo interessa il 25 % dei terreni agricoli nell’UE e ha subito un aumento di circa il 20 % tra il 2000 e il 2010; che si stima che l’erosione del suolo provochi la perdita di produzione agricola nell’UE di 1,25 miliardi di EUR all’anno; che gli stock di carbonio nei terreni arabili stanno diminuendo e che nell’UE la perdita di zone umide e torbiere risulta costante; che superfici significative dei terreni agricoli dell’UE subiscono processi di salinizzazione e desertificazione, e che tra il 32 e il 36 % dei sottosuoli europei è particolarmente soggetto al rischio di compattazione;

P.  considerando che l’erosione è un fenomeno naturale che può causare colate di fango dalle conseguenze talvolta catastrofiche, come la comparsa di profondi solchi che provocano la perdita dello strato fertile superficiale del suolo; che, sul lungo periodo, l’erosione può provocare un degrado del suolo e una perdita di superfici coltivabili;

Q.  considerando che la gestione non sostenibile dei terreni e del suolo comporta diversi impatti negativi non solo sulla biodiversità terrestre e d’acqua dolce, ma anche su quella marina, provocando cambiamenti nelle condizioni idrografiche, concentrazioni eccessive di nutrienti e contaminanti, e una maggiore perdita e deterioramento degli ecosistemi marini costieri; che, secondo le stime, la protezione delle coste sta diminuendo in Europa, minacciando la capacità naturale degli ecosistemi costieri di mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici e degli eventi meteorologici estremi nelle zone costiere più vulnerabili;

R.  considerando che l’uso del suolo modifica la qualità e la quantità dei servizi ecosistemici condizionando il potenziale dei terreni e del suolo di fornire tali servizi; che i principali fattori di degrado dei terreni e del suolo sono le pratiche agricole e forestali non sostenibili, l’espansione urbana e i cambiamenti climatici;

S.  considerando che le informazioni sul suolo in Europa sono ancora incomplete e non armonizzate; che ciò ostacola l’adozione di pertinenti decisioni per la protezione del suolo, sia a livello regionale che locale;

T.  considerando che la responsabilità dell’UE per quanto riguarda la protezione del suolo non si limita ai suoi confini, poiché la domanda di aree per insediarsi, coltivare cibo e produrre biomassa è globalmente in crescita, e che i cambiamenti climatici avranno probabilmente un impatto negativo sulla domanda, sulla disponibilità e sul degrado dei terreni; che l’UE contribuisce al degrado dei terreni in paesi terzi, in qualità di “importatore” netto di terreni, inclusi nei prodotti importati;

U.  considerando che il degrado dei terreni aggrava l’impatto delle catastrofi naturali e contribuisce ai problemi sociali;

V.  considerando che, se non saranno adottate forti misure, vaste aree dell’Europa meridionale saranno probabilmente soggette a desertificazione entro il 2050 a causa dei cambiamenti climatici e di pratiche agricole e agronomiche inadeguate; che nell’UE questa minaccia non viene affrontata in maniera coerente, efficiente ed efficace; che la salinizzazione colpisce 3,8 milioni di ettari di terreni dell’UE, con un’elevata salinità del terreno lungo le coste, in particolare del Mediterraneo;

W.  considerando che la protezione del suolo in Europa deriva attualmente dalla protezione di altre risorse ambientali ed è parziale e frammentata tra molti strumenti strategici privi di coordinamento e spesso non vincolanti a livello dell’UE, degli Stati membri e delle regioni;

X.  considerando che le iniziative nazionali volontarie e le misure nazionali esistenti sono importanti per conseguire l’obiettivo di una maggiore protezione del suolo, ma si sono rivelate di per sé insufficienti, e che sono necessari sforzi ulteriori per prevenirne l’ulteriore degrado, inclusa l’occupazione di terreno; che, nonostante la presenza di una strategia tematica per la protezione del suolo, il degrado del suolo è perdurato in tutta l’UE; che le misure transfrontaliere sono necessarie anche per le situazioni connesse all’inquinamento o per incidenti gravi;

Y.  considerando che nel periodo 2000-2018 è stata occupata una quantità di suolo 11 volte superiore a quella ricoltivata; che, in assenza di misure vincolanti per limitare l’occupazione di terreno e promuoverne il ripristino, la ricoltivazione e il riuso, non sarà possibile conseguire l’obiettivo di occupazione netta di terreno pari a zero entro il 2050;

Z.  considerando che la mancanza di un quadro giuridico dell’UE completo, adeguato, coerente e integrato per la protezione delle risorse del terreno e del suolo in Europa è stata identificata come un divario fondamentale che contribuisce al continuo degrado di molti suoli all’interno dell’Unione, riduce l’efficacia degli incentivi e delle misure esistenti e limita la capacità dell’Europa di realizzare la sua agenda e i suoi impegni internazionali connessi al clima, nonché in materia di ambiente e sviluppo sostenibile; che un precedente tentativo di introdurre un quadro giuridico per la protezione del suolo nell’UE è stato privo di successo in quanto tale quadro è stato ritirato nel maggio del 2014 dopo otto anni di blocco da parte di una minoranza di Stati membri in seno al Consiglio; che l’iniziativa dei cittadini europei del 2016 “People4Soil”, sostenuta da 500 istituzioni e organizzazioni europee, invitava l’UE a un maggiore impegno per la protezione del suolo;

AA.  considerando che le politiche settoriali vigenti, ad esempio la politica agricola comune (PAC), non contribuiscono equamente alla protezione del suolo; che, sebbene la maggior parte delle terre coltivate sia compresa nel regime previsto dalla PAC, in media meno di un quarto di esse applica effettive misure per la protezione del suolo dall’erosione;

AB.  considerando che l’80 % dell’azoto viene sprecato e si libera nell’ambiente; che un eccessivo deposito di azoto minaccia la qualità dell’aria, la qualità dell’acqua, i cambiamenti climatici attraverso le emissioni di protossido di azoto, la qualità del suolo e la biodiversità, compresi le interazioni e i legami tra piante e impollinatori, e causa la riduzione dell’ozono stratosferico; che il miglioramento dell’efficienza nell’uso dell’azoto non solo sostiene gli obiettivi in materia di clima, natura e salute, ma potrebbe comportare altresì un risparmio di 100 miliardi di USD a livello globale ogni anno;

AC.  considerando che l’intensificazione dell’agricoltura e l’uso eccessivo di pesticidi stanno causando una contaminazione del suolo da residui di pesticidi, anche a causa dell’elevata persistenza di alcuni pesticidi nel suolo e della loro tossicità per le specie non bersaglio, e hanno effetti duraturi sulla salubrità del suolo; che l’inquinamento diffuso da prodotti agrochimici rappresenta una minaccia per il suolo;

AD.  considerando che la legislazione dell’UE è relativamente completa in materia di protezione delle acque ma affronta il controllo delle sostanze inquinanti del suolo dalla prospettiva della protezione delle acque e non dalla più ampia prospettiva della protezione ambientale, compresa quella dei suoli stessi; che gli inquinanti emessi nell’atmosfera e nell’acqua possono avere effetti indiretti attraverso la deposizione al suolo, che può avere gravi ripercussioni sulla qualità del suolo;

AE.  considerando che prove scientifiche hanno dimostrato che il suolo e i suoi organismi sono notevolmente esposti a miscele di sostanze chimiche, comprese le sostanze persistenti e bioaccumulative, residui di pesticidi, idrocarburi, metalli pesanti, solventi e relative miscele, che comportano un elevato rischio di tossicità cronica, una potenziale alterazione della biodiversità, la compromissione del recupero e il danneggiamento delle funzioni degli ecosistemi; che sono stati identificati circa 3 milioni di siti con attività potenzialmente inquinanti in Europa, per 340 000 dei quali si prevede la necessità di bonifica; che mancano informazioni complete sull’inquinamento diffuso del suolo;

AF.  considerando che, secondo l’AEA, l’assenza di un’adeguata legislazione europea in materia di protezione del suolo contribuisce al degrado del suolo in Europa e che non è possibile progredire verso uno sviluppo sostenibile in Europa e nel mondo se non si tiene adeguatamente conto delle risorse del terreno e del suolo;

AG.  considerando che il 95 % del nostro cibo è prodotto direttamente o indirettamente dai nostri terreni;

AH.  considerando che, secondo l’analisi dei dati attualmente disponibili sullo stato dei suoli dell’UE, circa il 60-70 % dei suoli all’interno dell’Unione non è sano a causa delle attuali pratiche di gestione, e che un’ulteriore ma ancora incerta percentuale dei suoli non è sana a causa di problemi di inquinamento non precisamente quantificati;

AI.  considerando che si stima che l’erosione del suolo causata dall’acqua e dal vento interessi il 22 % dei terreni europei, e che i livelli medi di erosione di oltre la metà dei terreni agricoli nell’UE siano superiori a quelli che possono essere naturalmente sostituiti (ovvero oltre una tonnellata di suolo perso all’anno e per ettaro), sottolineando la necessità di utilizzare tecniche di gestione sostenibili per i suoli;

AJ.  considerando che, secondo le stime, circa il 25 % dei terreni agricoli irrigati nella regione mediterranea è colpito dal problema del sale, con un impatto sul potenziale agricolo; che attualmente la questione della salinizzazione non è affrontata dalla legislazione europea vigente;

AK.  considerando che la perdita di terreni fertili a causa dello sviluppo urbano riduce il potenziale di produrre materiali e combustibili a base biologica a sostegno di una bioeconomia a basse emissioni di carbonio;

AL.  considerando che gli investimenti per evitare il degrado dei terreni e il ripristino dei terreni degradati risultano giustificati sotto il profilo economico, poiché i benefici generalmente superano di gran lunga i costi; che si stima che i costi legati al ripristino siano 10 volte superiori rispetto ai costi di prevenzione;

AM.  considerando che nell’UE i terreni sono in gran parte di proprietà privata, il che va rispettato, mentre al tempo stesso il suolo è un bene comune necessario per la produzione di cibo e fornisce servizi ecosistemici essenziali per l’intera società e la natura; che è nell’interesse pubblico incoraggiare chi utilizza i terreni ad adottare misure precauzionali atte a prevenire il degrado del suolo e a preservare e gestire il suolo in modo sostenibile per le generazioni future; che dovrebbero essere pertanto considerati ulteriori incentivi finanziari e misure di sostegno a favore dei proprietari di terreni per proteggere il suolo e i terreni;

AN.  considerando che il riuso del suolo rappresenta solo il 13 % degli sviluppi urbani nell’UE e che l’obiettivo dell’UE di occupazione netta di terreno pari a zero entro il 2050 sarà difficilmente raggiunto a meno che l’occupazione annua di suolo non sia ulteriormente ridotta e/o il riuso del suolo aumentato;

AO.  considerando che il degrado del suolo e dei terreni presenta aspetti transfrontalieri intrinseci legati, ad esempio, ai cambiamenti climatici, alla quantità e alla qualità delle acque e all’inquinamento, che richiedono una risposta a livello dell’UE, azioni concrete da parte degli Stati membri e la cooperazione multilaterale con i paesi terzi; che pratiche che provocano il degrado del suolo portate avanti in un paese possono determinare costi a carico di un altro Stato membro; che le differenze esistenti tra i regimi di protezione del suolo a livello nazionale, per esempio relativamente alla contaminazione del suolo, possono imporre agli operatori economici obblighi molto diversi e distorcere la concorrenza sul mercato interno;

AP.  considerando che i terreni di scavo costituivano oltre 520 milioni di tonnellate di rifiuti nel 2018 e che rappresentano di gran lunga la maggiore fonte di rifiuti prodotti nell’UE; che i terreni di scavo sono attualmente considerati rifiuti dalle normative dell’UE e sono pertanto smaltiti presso le discariche; che la maggior parte di detti terreni non è contaminata e potrebbe essere riutilizzata in modo sicuro se si attuasse un obiettivo di recupero abbinato a un sistema di tracciabilità completo;

AQ.  considerando che una politica coesa e adeguata dell’UE in materia di protezione del suolo è un prerequisito per conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile, gli obiettivi dell’accordo di Parigi e del Green Deal europeo e, in particolare, realizzare l’obiettivo della neutralità climatica, la strategia “Dal produttore al consumatore”, la strategia sulla biodiversità, l’ambizione di azzerare l’inquinamento, la strategia per la bioeconomia e per far fronte ad altre importanti sfide ambientali e sociali;

AR.  considerando che dati e informazioni sul suolo regolarmente aggiornati, armonizzati e aperti sono imprescindibili per contribuire a una migliore elaborazione di politiche fondate su dati e su elementi concreti, al fine di proteggere le risorse del suolo a livello nazionale e dell’UE;

AS.  considerando che nel suo parere del 5 febbraio 2021 il Comitato europeo delle regioni ha sollecitato “la Commissione a proporre una nuova direttiva europea sui terreni agricoli per arginare la riduzione del loro contenuto di sostanza organica, arrestarne l’erosione e dare priorità alla vitalità del suolo nelle pratiche agricole”;

AT.  considerando che la sicurezza alimentare dipende dalla sicurezza del suolo e che ogni pratica che compromette la salute del suolo pone una minaccia per la sicurezza alimentare; che suoli più sani producono cibi più sani;

AU.  considerando che gli articoli 4 e 191 TFUE sanciscono i principi fondamentali della politica dell’Unione in materia di ambiente e hanno stabilito una competenza concorrente nel settore;

AV.  considerando che i suoli forestali costituiscono la metà dei suoli nell’UE e che foreste ricche di biodiversità e sane possono contribuire significativamente alla salute del suolo;

1.  sottolinea l’importanza di proteggere il suolo e di promuovere la salubrità dei suoli nell’Unione, tenendo conto del persistere del degrado di tale ecosistema vivente, di tale componente della biodiversità e di tale risorsa non rinnovabile, nonostante l’azione limitata e diseguale in alcuni Stati membri; sottolinea i costi dell’inazione riguardo al degrado del suolo, con stime che nell’Unione superano i 50 miliardi di EUR all’anno;

2.  sottolinea il ruolo multifunzionale del suolo (approvvigionamento alimentare, pozzo di assorbimento del carbonio, piattaforma per le attività umane, produzione di biomassa, riserva di biodiversità, prevenzione delle inondazioni e della siccità, fonte di materie prime, risorse farmaceutiche e genetiche, ciclo dell’acqua e dei nutrienti, stoccaggio e filtraggio, conservazione del patrimonio geologico e archeologico ecc.) e la conseguente necessità di proteggerlo, gestirlo in modo sostenibile e ripristinarlo, nonché di preservare la sua capacità di svolgere i suoi molteplici ruoli mediante una cooperazione stabile a livello europeo e transfrontaliero tra gli Stati membri e con i paesi terzi;

3.  ritiene che suoli sani siano la base di un’alimentazione nutriente e sicura, oltre che un prerequisito per una produzione alimentare sostenibile;

4.  sottolinea che è essenziale disporre di suoli sani per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo quali la neutralità climatica, il ripristino della biodiversità, l’ambizione di azzerare l’inquinamento per un ambiente privo di sostanze tossiche, sistemi alimentari sani e sostenibili e un ambiente resiliente;

5.  ritiene sia opportuno prestare particolare ai suoli nell’attuare la strategia “Dal produttore al consumatore”, la strategia forestale dell’UE, la strategia sulla biodiversità per il 2030 e il piano d’azione per l’inquinamento zero dell’aria, dell’acqua e del suolo; invita pertanto la Commissione a considerare tutte le fonti di inquinamento del suolo nel prossimo piano d’azione “inquinamento zero” e nella revisione della direttiva in materia di emissioni industriali;

6.  accoglie con favore l’inclusione della protezione e del ripristino del suolo negli obiettivi tematici prioritari dell’8º programma di azione per l’ambiente;

7.  riconosce la variabilità dei suoli nell’Unione e la necessità di soluzioni politiche mirate e di approcci di gestione sostenibile del suolo specifici per ambiente al fine di garantirne la protezione attraverso sforzi congiunti a livello di Unione e di Stati membri, in linea con le loro rispettive competenze, tenendo conto delle condizioni specifiche dei livelli regionali, locali e di parcella, degli impatti del degrado del suolo e dei terreni a livello transfrontaliero e della necessità di stabilire condizioni di parità per gli operatori economici;

8.  sottolinea i rischi derivanti dall’assenza di condizioni di parità tra gli Stati membri e i loro diversi regimi di protezione del suolo per il funzionamento del mercato interno, che dovrebbero essere affrontati a livello di Unione, scongiurando distorsioni della concorrenza tra gli operatori economici; sottolinea che il nuovo quadro risolverebbe la questione della mancanza di certezza giuridica per le imprese, avendo un notevole potenziale per stimolare la concorrenza leale nel settore privato, sviluppare soluzioni innovative e know-how nonché rafforzare l’esportazione di tecnologie al di fuori dell’Unione;

9.  sottolinea che il suolo, che è una risorsa comune, non è oggetto di una normativa specifica, a differenza dell’aria o dell’acqua; accoglie pertanto con favore l’ambizione della Commissione di proporre un quadro coerente e integrato dell’UE per la protezione del suolo;

10.  invita la Commissione a elaborare un quadro giuridico comune a livello dell’UE, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, per la protezione e l’uso sostenibile del suolo, che affronti tutte le gravi minacce per il suolo e comprenda, tra l’altro:

  a) definizioni comuni per quanto concerne il suolo, le sue funzioni e i criteri per il suo buono stato e uso sostenibile;
  b) obiettivi, indicatori, tra cui indicatori armonizzati, e una metodologia per monitorare costantemente lo stato del suolo e riferire in merito;
  c) obiettivi intermedi e finali misurabili con insiemi di dati armonizzati e misure per contrastare tutte le minacce individuate e tempistiche adeguate, tenendo conto delle migliori pratiche tratte dagli sforzi del ruolo di “pioniere” e rispettando i diritti di proprietà dei terreni;
  d) chiarimenti sulle responsabilità delle diverse parti interessate;
  e) un meccanismo per la condivisione delle migliori pratiche e la formazione nonché adeguate misure di controllo;
  f) adeguate risorse finanziarie;
  g) un’efficace integrazione con i pertinenti obiettivi e strumenti strategici;

11.  invita la Commissione ad accompagnare la propria proposta giuridica con uno studio approfondito sulla valutazione dell’impatto basato su dati scientifici, nel quale saranno analizzati i costi dell’azione e dell’inazione in termini di impatti immediati e a lungo termine sull’ambiente, sulla salute umana, sul mercato interno e sulla sostenibilità generale;

12.  sottolinea che il quadro comune deve anche comprendere disposizioni relative alla mappatura delle zone a rischio e dei siti contaminati, dismessi e abbandonati, nonché riguardo alla decontaminazione dei siti contaminati; invita la Commissione e gli Stati membri ad applicare il principio “chi inquina paga” e a proporre un meccanismo per la bonifica dei siti orfani; ritiene che la bonifica di tali siti possa essere finanziata da meccanismi di finanziamento europei;

13.  invita la Commissione a considerare la possibilità di proporre un elenco aperto di attività che possano avere un significativo potenziale di contaminazione del suolo, che deve essere integrato da elenchi esaurienti a livello nazionale; sottolinea che tale elenco dovrebbe essere accessibile al pubblico e aggiornato regolarmente; invita inoltre la Commissione ad agevolare l’armonizzazione delle metodologie di valutazione del rischio per i siti contaminati;

14.  ritiene che occorra tener conto delle attività che gli Stati membri hanno svolto in passato per individuare i siti contaminati; sottolinea che l’individuazione dei siti contaminati a livello di inventario nazionale dovrebbe essere aggiornata regolarmente e resa disponibile per la consultazione pubblica; ritiene inoltre che negli Stati membri sia necessario adottare disposizioni per garantire che le parti coinvolte nelle transazioni di terreni agricoli siano consapevoli dello stato del suolo e in grado di compiere una scelta informata;

15.  invita la Commissione a includere in tale quadro comune misure efficaci in materia di prevenzione e/o riduzione al minimo dell’impermeabilizzazione del suolo e qualsiasi altro uso del suolo che influisce sulle sue prestazioni, dando priorità al riuso dei terreni e del suolo dismessi e al riuso dei siti abbandonati rispetto all’uso di terreni non impermeabilizzati, al fine di conseguire l’obiettivo di non degrado del terreno entro il 2030 e di occupazione netta di terreno pari a zero al più tardi entro il 2050, con un obiettivo intermedio entro il 2030, per raggiungere un’economia circolare, nonché a includere il diritto a una partecipazione e consultazione effettive e inclusive del pubblico riguardo alla pianificazione dell’uso del territorio e a proporre misure che prevedano tecniche di costruzione e drenaggio che consentano di preservare quanto più possibile le funzioni del suolo, laddove sia presente l’impermeabilizzazione del suolo;

16.  invita la Commissione ad aggiornare gli orientamenti sulle migliori pratiche per limitare, mitigare o compensare l’impermeabilizzazione del suolo in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo;

17.  invita a stimare i terreni occupati e/o impermeabilizzati e la corrispondente perdita di servizi ecosistemici e connettività ecologica; chiede che questi aspetti siano presi in considerazione e adeguatamente compensati nel contesto delle valutazioni dell’impatto ambientale e strategico di progetti e programmi;

18.  sottolinea che la protezione del suolo, il suo uso circolare e sostenibile e il suo ripristino devono essere integrati e resi coerenti in tutte le pertinenti politiche settoriali dell’UE al fine di prevenire un ulteriore degrado, garantire un livello elevato e uniforme di protezione, e di ripristino laddove possibile, ed evitare sovrapposizioni, incoerenze e incongruenze tra la legislazione e le politiche dell’UE; invita la Commissione, a tale riguardo, a rivedere le pertinenti politiche al fine di garantire la coerenza delle politiche con la protezione del suolo;

19.  ritiene che la PAC debba fornire le condizioni per salvaguardare la produttività e i servizi ecosistemici dei suoli; incoraggia gli Stati membri a introdurre misure coerenti di protezione del suolo nei loro piani strategici nazionali della PAC e a garantire l’ampio utilizzo di pratiche agronomiche basate sull’agroecologia; invita la Commissione a valutare se i piani strategici nazionali della PAC garantiscano un elevato livello di protezione del suolo e a promuovere azioni per la rigenerazione dei suoli agricoli degradati; chiede misure per promuovere pratiche di lavorazione del terreno meno intensive che determinino una perturbazione del suolo minima, l’agricoltura biologica e l’uso di aggiunte di sostanza organica al suolo;

20.  sottolinea il ruolo importante dei suoli per la purificazione e la filtrazione dell’acqua e, di conseguenza, il loro contributo all’approvvigionamento di acqua potabile della gran parte della popolazione europea; ricorda che il recente controllo dell’adeguatezza della politica dell’UE in materia di acque ha riconosciuto i legami limitati tra il diritto dell’UE in materia di acque e le azioni di protezione del suolo; evidenzia la necessità di migliorare la qualità del suolo insieme alla qualità e alla quantità delle acque sotterranee e di superficie, al fine di conseguire gli obiettivi della direttiva quadro sulle acque;

21.  sottolinea l’importanza di realizzare una cosiddetta “Water-Smart Society” a sostegno del ripristino e della protezione del suolo, nonché di esplorare lo stretto rapporto esistente tra la salubrità del suolo e l’inquinamento dell’acqua; invita la Commissione a incoraggiare l’uso di appositi strumenti digitali per monitorare lo stato dell’acqua e del suolo e l’efficacia degli strumenti strategici;

22.  accoglie con favore l’intenzione della Commissione di presentare una proposta legislativa relativa a un piano dell’UE di ripristino della natura nel 2021 e sostiene l’idea che esso debba includere obiettivi legati al ripristino dei suoli; sottolinea che il piano dovrebbe essere coerente con la revisione della strategia tematica per la protezione del suolo;

23.  ribadisce la sua richiesta di revisione degli obiettivi di recupero dei materiali stabiliti nella legislazione dell’UE per i rifiuti di costruzione e demolizione e le loro frazioni specifiche per materiale per includere un obiettivo di recupero dei materiali per i terreni di scavo nella revisione della direttiva quadro sui rifiuti; invita la Commissione e gli Stati membri a stabilire una diagnosi sistematica dello stato e del potenziale di riuso dei terreni di scavo, nonché un sistema di tracciabilità per questi ultimi, oltre a verifiche regolari presso i siti di smaltimento al fine di impedire lo scarico illegale di suoli contaminati provenienti da zone industriali dismesse e garantirne la compatibilità con i siti riceventi;

24.  sottolinea che la frammentazione e la perdita di habitat negli ecosistemi marini costieri riducono la loro capacità di proteggere le coste e di fornire mezzi di sussistenza sostenibili; riconosce il ruolo cruciale della protezione delle coste nel mitigare la minaccia dei cambiamenti climatici nell’UE e sottolinea la necessità che la Commissione includa la protezione e il ripristino delle coste nella nuova strategia dell’UE per la protezione del suolo e nel piano dell’UE di ripristino della natura, assieme alla gestione basata sugli ecosistemi, come la gestione integrata delle zone costiere e la pianificazione dello spazio marittimo; invita la Commissione, nel quadro del piano dell’UE di ripristino della natura, a dare priorità al ripristino delle zone costiere che fungono da difese marittime naturali e che sono state negativamente colpite dall’urbanizzazione delle coste, in regioni minacciate dall’erosione dei litorali e/o dalle inondazioni;

25.  sottolinea che la biodiversità del suolo costituisce la base stessa di processi ecologici fondamentali e osserva con preoccupazione l’aumento del degrado e dell’impermeabilizzazione del suolo e il declino della biodiversità del suolo nella superficie agricola europea; invita pertanto la Commissione, sulla base di dati scientifici e di valutazioni di impatto economico, ambientale e sociale, a stabilire un quadro comune per la protezione e la conservazione del suolo e il ripristino della sua qualità e a sviluppare soluzioni concrete per affrontare i problemi dei punti critici in Europa, con il duplice scopo di ripristinare la biodiversità e di mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi a essi in linea con i principi della natura; ritiene che un forte monitoraggio a livello dell’UE degli organismi presenti nel suolo e delle loro tendenze in termini di variazioni e volume debba essere posto in essere e mantenuto; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere ulteriori ricerche, anche a diversi livelli di approfondimento e con orizzonti diversi, in materia di monitoraggio e pratiche agricole e forestali vantaggiose in grado di aumentare la sostanza organica nel suolo a maggiori profondità; accoglie con favore, in tale contesto, gli obiettivi della strategia “Dal produttore al consumatore” e della strategia sulla biodiversità per il 2030; invita a stabilire chiare traiettorie in vista della revisione intermedia prevista per entrambe le strategie, nel rispetto dei diversi punti di partenza degli Stati membri;

26.  ritiene di importanza fondamentale il raggiungimento di un sano microbioma del suolo;

27.  sottolinea che le foreste dell’UE immagazzinano nei suoli una quantità di carbonio circa 2,5 volte superiore rispetto a quella della biomassa degli alberi;

28.  sottolinea che le pratiche di taglio raso nella gestione forestale distruggono la rete di interdipendenza simbiotica esistente tra alberi e funghi, il cui successivo ripristino dopo il taglio raso è quasi inesistente; sottolinea che nelle foreste boreali tale rete rappresenta il principale meccanismo di accumulo di sostanza organica del suolo ed è dunque cruciale per l’intero ciclo del carbonio; ribadisce che il taglio raso non simula le perturbazioni naturali mediante gli incendi poiché, a differenza di un sito sottoposto a taglio raso, un sito colpito da un incendio è caratterizzato da una quantità molto alta di legno morto, e da terreni disponibili per la colonizzazione delle specie;

29.  invita ad applicare in modo rigoroso adeguati standard zootecnici nell’allevamento di bestiame per ridurre in maniera significativa l’utilizzo di medicinali veterinari e la loro diffusione nei campi attraverso il letame e ad applicare rigorosamente la direttiva nitrati;

30.  accoglie con favore l’impegno della Commissione, nel contesto del piano d’azione per l’economia circolare, a rivedere la direttiva 86/278/CEE del Consiglio sui fanghi di depurazione; invita la Commissione a garantire che tale revisione contribuisca alla protezione del suolo aumentandone la sostanza organica, riusando i nutrienti e riducendo l’erosione, proteggendo allo stesso tempo i suoli e le acque sotterranee dall’inquinamento;

31.  invita la Commissione a sostenere la raccolta di dati sulla compattazione e a promuovere misure agricole sostenibili volte a ridurre l’uso di macchinari pesanti;

32.  invita la Commissione ad assegnare al centro dati europeo sul suolo il compito di monitorare i residui di pesticidi, di valutare la quantità di carbonio immagazzinata nei suoli europei e di stabilire obiettivi per il ripristino e il miglioramento della qualità del suolo, anche attraverso l’aumento della sostanza organica, in linea con le raccomandazioni dell’IPCC e con i requisiti degli OSS;

33.  ritiene che una gestione sostenibile del suolo sia una componente chiave delle politiche agricole e alimentari a lungo termine; riconosce, tuttavia, l’importanza di disposizioni giuridiche che contribuiscano al ripristino, alla conservazione e alla rigorosa protezione dei suoli intatti, concentrandosi tra l’altro sul cambiamento di uso di suoli e terreni in zone umide, torbiere e prati e pascoli permanenti;

34.  chiede che la nuova strategia dell’UE per la protezione del suolo identifichi e promuova pratiche agricole buone e innovative che possano prevenire e ridurre la minaccia della salinizzazione del suolo, o controllarne gli effetti negativi;

35.  incoraggia la Commissione e gli Stati membri a contribuire efficacemente alla riduzione dell’uso eccessivo di fertilizzanti sintetici, in particolare di azoto, diminuendo le soglie fissate dalla direttiva nitrati; invita la Commissione a basarsi sulla risoluzione del programma ambientale delle Nazioni Unite sulla gestione sostenibile dell’azoto e sull’obiettivo della dichiarazione di Colombo di dimezzare i rifiuti da azoto provenienti da qualsiasi fonte entro il 2030; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire una gestione sostenibile dei nutrienti, altresì migliorando l’efficienza d’impiego dell’azoto, l’estensificazione dell’allevamento in zone definite, le attività di agricoltura mista che integrino sistemi per bestiame e colture, l’uso efficiente del letame e un maggiore utilizzo, a rotazione, di colture azotofissatrici come i legumi in tutta la legislazione pertinente; invita la Commissione a prestare maggiore attenzione alle emissioni di protossido di azoto nella stima complessiva dei gas a effetto serra e a profondere maggiori sforzi per affrontare il tema dell’eccesso di azoto come un problema per il clima, per l’ambiente naturale e per la salute, nonché a offrire incentivi per una migliore gestione dell’azoto nelle aziende agricole;

36.  chiede una revisione della direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale per rafforzarne le disposizioni riguardanti i siti contaminati;

37.  invita la Commissione a garantire coerenza tra la nuova strategia per la protezione del suolo e la futura strategia forestale dell’UE, includendo in quest’ultima i requisiti della gestione sostenibile del suolo, come le pratiche agroforestali;

38.  invita la Commissione a rivedere la strategia tematica per la protezione del suolo e ad adottare senza indugio il piano d’azione “Verso l’obiettivo di inquinamento zero dell’aria, dell’acqua e del suolo – Un pianeta più sano per persone più sane”; accoglie con favore a tale proposito l’intenzione della Commissione di rafforzare la certezza giuridica per le imprese e i cittadini stabilendo obiettivi precisi, traguardi misurabili e un piano d’azione;

39.  sottolinea che le pratiche agroforestali possono fornire attivamente benefici e sinergie ambientali come l’azione contro l’erosione, il miglioramento della biodiversità, lo stoccaggio del carbonio e la regolazione delle risorse idriche;

40.  invita la Commissione ad affrontare il problema della contaminazione diffusa derivante dalle attività agricole, in linea con gli obiettivi della strategia “Dal produttore al consumatore”; accoglie con favore, a questo proposito, l’annuncio della Commissione di sottoporre a revisione la direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi; ricorda che esistono già molte alternative ai pesticidi sintetici, ad esempio la difesa integrata, e che il loro utilizzo dovrebbe essere intensificato; auspica che la Commissione e gli Stati membri rispondano senza indugio a tutte le sue richieste avanzate nella risoluzione del 16 gennaio 2019 sulla procedura di autorizzazione dei pesticidi nell’Unione;

41.  si rammarica che il processo di autorizzazione delle sostanze chimiche dell’UE, compresa la valutazione del rischio ambientale e gli studi ecotossicologici, non tenga in debito conto il loro impatto sui suoli; invita pertanto la Commissione a ad adottare nella nuova strategia dell’UE per la protezione del suolo, e in modo coerente con la strategia in materia di sostanze chimiche sostenibili, misure normative volte a prevenire e mitigare l’inquinamento del suolo causato da sostanze chimiche, soprattutto persistenti e bioaccumulative (comprese le plastiche e le microplastiche), e a garantire che siano soddisfatte condizioni di prova ecologicamente rilevanti e rappresentative delle condizioni sul campo;

42.  invita la Commissione a sostenere la ricerca per colmare l’esistente divario di conoscenze concernenti il potenziale della biodiversità del suolo per la gestione dell’inquinamento del suolo e degli impatti dell’inquinamento sulla biodiversità del suolo e a colmare, senza indugio, il divario legislativo concernente la tossicità per il suolo e per i suoi organismi dei biocidi e dei prodotti veterinari; invita la Commissione e gli Stati membri a sostenere il lavoro delle agenzie competenti per assicurare la creazione e la promozione di alternative ai biocidi più tossici nella gestione delle specie nocive veterinarie; chiede alla Commissione, in collaborazione con l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, di elaborare dei limiti europei per l’inquinamento da sostanze per e polifluoro alchiliche (PFAS) nel suolo, sulla base del principio di precauzione;

43.  si rammarica per il fatto che il controllo dell’adeguatezza della legislazione dell’UE in materia di acque non discuta di opportunità per una più ampia gestione ambientale integrata dei bacini idrografici, collegando i piani di gestione dei bacini idrografici ai più ampi piani di protezione del suolo; ritiene che tali procedure integrate di analisi e decisione potrebbero giovare a molti diversi obiettivi delle politiche dell’UE e potrebbero comportare potenziali vantaggi per i livelli di governance locale;

44.  invita gli Stati membri a integrare meglio la pianificazione delle acque e del suolo, con valutazioni combinate delle pressioni e dei rischi (anche all’interno dei piani di gestione dei bacini idrografici) e l’adozione di un approccio integrato alle misure che forniscono protezione a entrambi questi mezzi ambientali;

45.  concorda con l’AEA sul fatto che è necessario un monitoraggio armonizzato e rappresentativo del suolo in tutta Europa per elaborare sistemi di allarme rapido per il superamento delle soglie critiche e per orientare una gestione sostenibile del suolo; invita gli Stati membri e la Commissione a migliorare e ad accelerare la raccolta e l’integrazione dei dati sullo stato e sulle tendenze del suolo, nonché sulle minacce che lo concernono a livello dell’UE; accoglie con favore, a questo proposito, l’istituzione dell’Osservatorio dell’UE relativo al suolo, che si basa sul LUCAS Soil; invita la Commissione a garantire l’operatività a lungo termine di entrambi gli strumenti, nonché risorse sufficienti per assicurare un monitoraggio ottimale e regolare dei parametri biologici del suolo e delle proprietà fisico-chimiche, compresa la presenza di prodotti agro-chimici e di altri contaminanti, come i contaminanti che destano nuove preoccupazioni; ritiene che ciò sia fondamentale per colmare le lacune relative a dati e indicatori e per sostenere il Green Deal europeo; sottolinea la necessità di comprendere meglio i processi che provocano il degrado dei terreni e la desertificazione nell’UE; invita la Commissione a stabilire una metodologia e indicatori pertinenti per valutare e raccogliere dati sull’entità della desertificazione e del degrado del suolo nell’UE;

46.  prende atto del fatto che 13 Stati membri si sono dichiarati parti interessate ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione (UNCCD); invita la Commissione a integrare nelle politiche dell’UE gli obiettivi di sviluppo sostenibile relativi ai suoli;

47.  prende atto delle sfide relative alla governance, al coordinamento, alla comunicazione, nonché di natura finanziaria, tecnica e giuridica che ostacolano il miglioramento della coerenza e dell’interoperabilità del monitoraggio e della raccolta di informazioni sul suolo a livello nazionale e dell’UE; esorta la Commissione e gli Stati membri ad affrontare tali sfide congiuntamente e ad accelerare la cooperazione, anche all’interno del gruppo di esperti dell’UE sulla protezione del suolo, in modo da garantire un elevato livello di protezione del suolo ed evitare duplicazioni e inutili oneri burocratici e costi per gli Stati membri e le PMI;

48.  invita la Commissione e gli Stati membri a migliorare e accelerare gli sforzi per sfruttare appieno il valore delle risorse idriche, in particolare per conseguire il pieno riuso delle sostanze nutritive e dei componenti preziosi presenti nelle acque reflue, al fine di migliorare la circolarità in agricoltura ed evitare lo scarico eccessivo di nutrienti nell’ambiente;

49.  invita la Commissione ad agevolare l’organizzazione di una conferenza annuale con la partecipazione degli Stati membri e dei portatori di interessi, concedendo loro un ruolo cruciale, mediante dialoghi basati su questioni specifiche;

50.  riconosce il ruolo importante della salubrità del suolo, in quanto principale pozzo terrestre di assorbimento del carbonio, per la cattura e lo stoccaggio del carbonio, in particolare in combinazione con i benefici comuni delle zone umide, e delle soluzioni basate sulla natura, che deve agevolare il conseguimento degli obiettivi climatici per il 2030 nonché l’obiettivo dell’Unione relativo alla neutralità climatica al più tardi entro il 2050; sottolinea che la nuova strategia per la protezione del suolo dovrebbe garantire che il contributo dei suoli alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento agli stessi sia coerente con il resto della politica climatica dell’UE; invita pertanto gli Stati membri a rafforzare il ripristino e l’uso sostenibile del suolo come strumento per la politica climatica nei loro piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) e, in particolare, nelle misure che si applicano ai settori dell’agricoltura e di uso del suolo, cambiamento di uso del suolo e silvicoltura (LULUCF), e a preservare, ripristinare e migliorare i pozzi di assorbimento del carbonio (soprattutto nelle aree con terreni ricchi di carbonio, come le praterie e le torbiere), oltre ad adottare azioni volte a promuovere l’uso sostenibile del suolo nella politica agricola e a ridurre le emissioni agricole; ritiene che sia opportuno sostenere le misure volte ad aumentare il sequestro di carbonio nei suoli; accoglie con favore, in particolare, l’annuncio della Commissione di un’iniziativa sul sequestro del carbonio nei suoli agrari e incoraggia la Commissione a vagliare diverse opzioni;

51.  ritiene che le pratiche non sostenibili che comportano perdita di carbonio organico nel suolo e che contribuiscono ai cambiamenti climatici debbano essere evitate; si rammarica che le stime relative al contenuto di carbonio siano limitate all’orizzonte superficiale del suolo e invita gli Stati membri e la Commissione a generare dati pertinenti sul contenuto di carbonio negli strati inferiori del suolo, il che migliorerebbe la comprensione del potenziale complessivo del suolo per la ritenzione e l’incremento del contenuto di carbonio;

52.  invita la Commissione a fissare, nella prossima revisione del regolamento LULUCF, una data obiettivo entro la quale tutti i suoli agricoli debbano diventare pozzi netti di assorbimento del carbonio, in linea con gli obiettivi di neutralità climatica dell’UE entro il 2050;

53.  sottolinea che il sequestro del carbonio nei suoli agrari può portare molteplici benefici: mitigazione dei cambiamenti climatici, miglioramento della capacità produttiva e della resilienza del suolo, aumento della biodiversità e riduzione del deflusso dei nutrienti; chiede di rafforzare lo sviluppo di capacità, la creazione di reti e il trasferimento di conoscenze per accelerare il sequestro del carbonio e aumentare la quantità di carbonio immagazzinato nel suolo, fornendo pertanto soluzioni alle sfide legate al clima;

54.  sottolinea che l’uso non sostenibile dei terreni rilascia nell’atmosfera il carbonio che per secoli e millenni ha fatto parte dell’ecosistema del suolo;

55.  invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che il ruolo multifunzionale del suolo sia adeguatamente affrontato nella ricerca, a intensificare la ricerca, l’innovazione e i finanziamenti specifici per suolo e ad adeguare i pertinenti programmi di finanziamento esistenti al fine di agevolare tali progetti di ricerca, per tenere conto delle caratteristiche specifiche del suolo nelle ricerche correlate; accoglie con favore a questo proposito l’avvio della missione Soil Health and Food di Orizzonte Europa; chiede di rafforzare il ruolo dell’Osservatorio dell’UE relativo al suolo e del centro dati europeo sul suolo e di stanziare finanziamenti adeguati affinché adempiano alla loro missione e conseguano gli obiettivi della nuova strategia per la protezione del suolo; invita, inoltre, la Commissione e gli Stati membri a sviluppare la valutazione tassonomica della biodiversità del suolo e le conoscenze sulle conseguenze delle condizioni del suolo per le interazioni tra gli ecosistemi; sottolinea l’interdipendenza tra il suolo e l’acqua e chiede un sostegno dedicato alla ricerca sul ruolo positivo della salubrità del suolo in relazione all’ulteriore riduzione dell’inquinamento diffuso dell’acqua;

56.  invita la Commissione e gli Stati membri a fornire un sostegno finanziario e incentivi adeguati per promuovere la protezione del suolo, la sua gestione sostenibile, la conservazione e il ripristino, nonché l’innovazione e la ricerca, attraverso la politica agricola comune, la politica di coesione, Orizzonte Europa e altri strumenti finanziari disponibili; incoraggia la Commissione e gli Stati membri a identificare le aree soggette a erosione e a basso contenuto di carbonio organico e le aree soggette a compattazione che potrebbero beneficiare di finanziamenti mirati;

57.  invita la Commissione e gli Stati membri a garantire livelli adeguati di risorse umane e la sostenibilità finanziaria delle agenzie coinvolte nei lavori relativi alla strategia tematica per la protezione del suolo; sottolinea che un livello adeguato di personale qualificato rappresenta una condizione preliminare per l’attuazione efficace delle politiche dell’Unione; invita pertanto la Commissione a garantire un organico adeguato, in particolare per la direzione generale dell’Ambiente;

58.  invita la Commissione e gli Stati membri a introdurre misure per la raccolta armonizzata e integrata dei dati, un sistema globale di monitoraggio e lo scambio di informazioni e migliori pratiche in materia di protezione, gestione sostenibile e ripristino del suolo in tutta l’Unione, nonché massimizzando le sinergie tra i sistemi di monitoraggio esistenti e gli strumenti della PAC;

59.  ritiene che tali misure debbano rappresentare le condizioni di base per l’ammissibilità dei finanziamenti dell’Unione o nazionali;

60.  ritiene che gli Stati membri debbano redigere e pubblicare relazioni sullo stato del suolo a intervalli regolari di non più di cinque anni; ritiene che tutti i dati sul suolo raccolti debbano essere resi pubblici online;

61.  sostiene le iniziative volte a migliorare la consapevolezza e la comprensione da parte del pubblico dell’impatto positivo delle funzioni e della protezione del suolo, comprese quelle connesse alla gestione sostenibile, alla protezione e al ripristino del suolo, alla salute pubblica e alla sostenibilità ambientale; sottolinea che la consapevolezza e la comprensione da parte del pubblico delle funzioni del suolo sono fondamentali per il successo della nuova strategia per la protezione del suolo e per garantire la partecipazione dei cittadini, in primis dei proprietari terrieri, degli agricoltori e dei forestali, quali attori primari nella gestione del suolo; chiede un maggiore coinvolgimento del pubblico sul tema della salubrità del suolo e dell’emergenza ambientale e un sostegno alle iniziative delle comunità sulla protezione e sull’uso sostenibile del suolo; esprime il suo sostegno alla Giornata mondiale del suolo e sollecita ulteriori azioni di sensibilizzazione a tale riguardo;

62.  sottolinea che i rischi ambientali disciplinati dalla prossima legislazione sulla dovuta diligenza in materia di ambiente e diritti umani dovrebbero includere il degrado del suolo sulla base degli obiettivi e delle finalità della nuova strategia dell’UE per la protezione del suolo;

63.  invita la Commissione, in quanto leader mondiale in materia di ambiente, a includere nella nuova strategia dell’UE relativa al suolo la protezione e l’uso sostenibile del suolo in tutti gli aspetti pertinenti della sua politica esterna e, in particolare, a tenere pienamente conto di questo aspetto al momento di concludere accordi internazionali pertinenti e di rivedere quelli esistenti;

64.  invita la Commissione a includere la protezione del suolo nei capitoli sul commercio e sullo sviluppo sostenibile degli accordi commerciali, adottando misure per affrontare il degrado del suolo importato da tali paesi, ivi compreso il degrado causato dai biocarburanti con ripercussioni molto negative sull’ambiente, e che impongano l’astensione dall’esportazione di suolo degradato; invita la Commissione a garantire che i prodotti importati da paesi terzi verso l’UE siano conformi agli stessi standard ambientali e di uso sostenibile dei terreni;

65.  comprende l’importanza della cooperazione a tutti i livelli per affrontare efficacemente tutte le minacce per il suolo; invita pertanto gli Stati membri a dare l’esempio e a prendere in considerazione l’istituzione di una convenzione sul suolo in seno alle Nazioni Unite;

66.  esprime il suo sostegno all’iniziativa “Prendersi cura dei suoli per prendersi cura della vita”, la missione Orizzonte proposta dal comitato della missione “Prodotti alimentari e salute del suolo”, avente l’obiettivo di garantire che il 75 % dei suoli sia sano entro il 2030 perché lo siano anche alimenti, persone, natura e clima;

67.  raccomanda lo sviluppo di nuove aree verdi, forestali e agroforestali, specialmente nelle regioni urbane, per compensare gli impatti negativi dell’attuale elevato livello di impermeabilizzazione del suolo nelle città europee;

68.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

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