Grotta della Molara
La RNO “Grotta della Molara”, istituita dalla Regione Sicilia nel 2008, si trova in periferia di Palermo nel quartiere Cruillas, ricade alle pendici del gruppo montuoso calcareo di Billiemi.
La flora di quest’ambiente risulta ricca di specie e differenziata per forme e colori.
Anche la fauna è ricca di specie tipiche del territorio e il paesaggio carsico è spettacolare: “una selva di rocce aguzze, costolate, corrose; scogli di un mare salito fin quassù circa un milione di anni fa, un monumento di selvaggia bellezza”.
Gli scavi condotti negli anni ’70 hanno rinvenuto due sepolture mesolitiche e un deposito a vertebrati fossili del Pleistocene, attualmente custodini al Museo Archeologica Regionale “A. Salinas” di Palermo.
Grotta della Molara: posta a 103 metri s.l.m., con uno sviluppo di 220 metri, è interessante per la vastità, la bellezza e la mole delle stalattiti e delle stalagmiti, nonchè delle altre forme concrezionaria alcune delle quali raggiungono l’altezza di una decina di metri.
La Grotta della Molara rappresenta uno scrigno di tesori non solo archeologici: varie ricerche hanno portato alla scoperta di entomofauna cavernicola e sono ancora in corso studi sulla genesi e geomorfologia della cavità.
La grotta ospita colonie numerose di pipistrelli (Rhinolophus ferrumequinum e Myotis myotis) i cui escrementi che rappresentano un’importante fonte alimentare per le comunità animali cavernicole. Tra gli organismi troglobi meritano una menzione il ragno Cybaeodes molara (Liocranidae), il diplopode Orphanoiulus dinapolii (Blaniulidae), l’isopode Trichoniscus alexandrae (Trichoniscidae) e il coleottero Tychobythinus molarensis (Staphylinidae), tutti endemici di Grotta Molara e di poche altre grotte del palermitano.
Grotta dei Pietrazzi: è composta da una seire di ambienti di crollo inclinati, con grossi blocchi in assetto caotico. L’ultima sala è caratterizzata da ricchissime e splendide concrezioni. Al suo interno vivono alcuni individui di chirotteri, appartenente a specie di interesse comunitario ai sensi della direttiva 92/43.
Grotta degli Spiriti: è stata abitata fino ai giorni nostri. Recentemente è stata utilizzata prima come rifugio in occasione della II guerra mondiale e successivamente come ricovero per il bestiame dai pastori del luogo. In questa Grotta viene svolta con continuità l’attività di educazione ambientale.
La Riserva è suddivisa in zona A (riserva integrale) di 23,33 ettari e Zona B (preriserva) di 16,87 ettari, per un totale di 40,20 ettari.
Le motivazioni alla base dell’istituzione risiedono nel notevole interesse carsico, sia epigeo che ipogeo per l’esistenza di tre grotte che assommano importanza paleontologica per la presenza di resti dell’estinta fauna quaternaria, e paletnologico.